Durante il suo intervento alla Maratona sul Bullismo, la Senatrice Mariastella Gelmini ha lanciato un appello chiaro e trasversale: “Non possiamo delegare alla scuola tutto il peso del disagio giovanile. Serve una grande alleanza educativa che coinvolga famiglie, istituzioni, terzo settore, sport e oratori”.
La Senatrice ha sottolineato come la scuola, pur essendo da anni impegnata sul fronte del bullismo attraverso l’educazione civica e progetti locali, non possa combattere questa battaglia da sola: “Tutto si può dire tranne che la scuola non si sia mai occupata di bullismo, ma oggi più che mai occorre l’impegno di tutti, politica compresa.”
Uno dei temi centrali è il ripristino dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia. La Senatrice Gelmini ha denunciato con fermezza il crescente fenomeno di genitori che “delegittimano l’autorevolezza degli insegnanti”, sottolineando come questo danneggi i ragazzi stessi: “Ogni volta che un genitore mette in discussione un voto o un richiamo davanti al figlio, mina la fiducia verso l’intero sistema educativo.”
Apprezzamento anche per le recenti misure ministeriali che prevedono attività socialmente utili in alternativa alle sospensioni: “Sono provvedimenti che insegnano molto più del semplice allontanamento dalla scuola.”
La Senatrice ha poi evidenziato il legame tra disagio e povertà educativa: “Là dove mancano risorse, si annida più facilmente la devianza, la prevaricazione, l’assenza di rispetto.” Ha ricordato con orgoglio l’approvazione di un emendamento a sostegno delle attività contro la povertà educativa nella recente legge di bilancio, e un altro per finanziare i progetti più significativi degli oratori italiani: “Spazi che offrono aggregazione, gioco, crescita e prevenzione, specie nelle periferie.”
La Senatrice Gelmini ha inoltre evidenziato l’urgenza di regolamentare l’abuso dei social, riconoscendo il pericolo del bullismo virtuale e dell’isolamento digitale.
“Abbiamo il dovere di creare per i nostri ragazzi spazi gratuiti in cui crescere, confrontarsi, giocare. La scuola è fondamentale, ma non basta. Dobbiamo costruire reti, non solo tra banchi e lavagne, ma anche nei campetti, negli oratori, nelle palestre, nei centri civici.”
Un intervento breve ma denso, che ha ricordato quanto il bullismo sia una sfida culturale, educativa e sociale che riguarda tutti.

