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Chiarelli: serve una nuova alleanza tra le istituzioni

Marina Chiarelli, assessora allo sport della Regione Piemonte, è intervenuta alla Maratona sul Bullismo sottolineando la necessità di passare dalle parole ai fatti:

“Ci si contesta spesso di parlare troppo e agire poco. Oggi dobbiamo chiederci: quali sono le azioni concrete che possiamo mettere in campo?”

Nel giorno in cui, in Regione Piemonte, si apriva il tavolo per il Piano triennale 2025–2027 contro il bullismo e il cyberbullismo, Chiarelli ha evidenziato il ruolo delle istituzioni nel governare il cambiamento sociale, culturale e digitale in atto.

Il bullismo riflette un cambiamento profondo

L’assessora ha ricordato che le dinamiche relazionali tra minori sono cambiate profondamente:

“Il tribunale dei minori, oggi, si occupa sempre più spesso di reati tra ragazzi, anche molto giovani. La famiglia è cambiata, la rete di supporto si è indebolita. Il numero di separazioni è aumentato, e le donne arrivano più tardi alla maternità, con meno nonne disponibili a supportare i figli.”

A questo scenario si aggiunge una gestione non governata dei social e dell’intelligenza artificiale, strumenti che “devono essere ausili, ma non possono sostituire la libertà delle coscienze.”

Le azioni della Regione Piemonte

Chiarelli ha annunciato un investimento concreto: 4,5 milioni di euro destinati ai Comuni per progetti rivolti ai giovani tra i 15 e i 34 anni.
Le iniziative vanno dall’educazione civica alla promozione culturale, fino alla partecipazione politica e sociale.

“Non possiamo dire che i giovani sono il futuro. I giovani sono il presente. E se non se ne occupano oggi, sarà troppo tardi domani.”

Ha inoltre ribadito l’importanza dei grandi eventi sportivi come strumento educativo e di identificazione in modelli positivi.

Un esempio su tutti: le ATP Finals, evento di punta per la Regione Piemonte, dove i giovani vedono campioni veri, capaci di ispirare sacrificio, impegno e determinazione.

Il bullismo come anticamera dell’antistato

In chiusura, Chiarelli ha lanciato un messaggio forte:

Il bullismo riproduce dinamiche antistatali: si isola la vittima, si crea il vuoto e poi si attacca in gruppo. Questo accade anche negli ambienti adulti. Dove lo Stato è assente, si insinua l’antistato. Per questo le istituzioni devono esserci, con autorevolezza e presenza”, ha concluso Pratelli, sottolineando l’importanza di un’alleanza educativa ampia, coraggiosa e continuativa.