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“Non perdere mai il coraggio”, un convegno a Fabriano: ecco l’intervento di Ferencz Bartocci

Un intervento applauditissimo ed appassionato, di grande spessore morale, frutto dell’esperienza maturata e della sua sensibilità non comune, quello di Ferencz Bartocci, ospite del trentesimo della fondazione della Polisportiva Mirasole di Fabriano. L’evento si è svolto lo scorso 6 maggio presso il Palazzo del Podestà.
Doti manageriali ed umane che gli hanno permesso di raggiungere sempre importanti e prestigiosi traguardi.
 
“Sono un dirigente sportivo – ha esordito Ferencz Bartocci, co-fondatore dell’Accademia dei Campioni, CEO di Derthona Basket e Gestione Cittadella Srl – partito da Fabriano che, dopo essermi ritrovato a vivere l’esperienza del basket locale per tanti anni ho avuto poi la voglia di cimentarmi in altre esperienze che mi hanno portato, in 34 anni, in molte realtà sportive italiane. Mi occupo di pallacanestro ma vedo il mio lavoro sempre come una grande opportunità per interagire nel sociale e, l’ultima esperienza che sto vivendo a Tortona da circa 6 stagioni ci ha permesso anche di far partire un’iniziativa nuova, quella del Baskin, una disciplina sportiva che è la perfetta sintesi tra basket ed integrazione, basket ed inclusione. Inizialmente il concetto di inclusione era quello più utilizzato ma preferisco personalmente quello di integrazione poiché significa aprire gli occhi e vedere chi si ha accanto.
Stiamo lavorando tanto – ha proseguito Ferencz Bartocci – per diffondere il Baskin e portarlo ovunque in Europa e per far conoscere un gioco al quale partecipano persone con differenti abilità. Quello del progetto Baskin è una sfida, anche a livello manageriale e di programmazione economica ma è un progetto nel quale crediamo davvero molto.
Speriamo – ha aggiunto Ferencz Bartocci – che il Baskin possa approdare alle Olimpiadi di Los Angeles. Questo è il nostro sogno.
Sono disponibile ed auspico – ha sottolineato – che anche Fabriano, la mia città, possa avere presto una squadra di Baskin”.
Ritengo – ha specificato – sia una disciplina davvero inclusiva, che permette a tutti di giocare, di essere uguali e che porta ad aprire gli occhi e che arricchisce quotidianamente.
L’impegno di noi manager dello sport – ha proseguito – dovrà essere sempre di più quello di rendere lo sport un veicolo importante di valori e contenuti per una società migliore. Credo ci si possa riuscire soltanto credendoci davvero, dedicando tutto il tempo ed il coraggio che occorrono. Per quanto riguarda i fenomeni legati a bullismo e cyberbullsimo nello sport – ha aggiunto – posso dire che prima di tutto non si deve aver paura di parlare con gli altri così come è fondamentale l’ascolto. Non possiamo far finta che nello sport non esistano casi di bullismo ma la differenza sta nel fatto che nello spogliatoio, con l’allenatore si tende ad evitare comportamenti che possano magari anche compromettere la presenza in campo o in squadra. Portiamo, il bene ed i valori positivi che lo sport ci insegna, all’interno delle scuole. Affinché si possano rispettare di più i compagni, i docenti, gli ambienti nei quali si vive quotidianamente la scuola. Va, infine, creata una cultura di comunione e collaborazione con le famiglie affinché prevalga il senso dello sport, il rispetto per gli altri e per le regole”.